La Cappella
Entrando in questo ambiente si è avvolti in una soffusa penombra che invita alla meditazione ed alla preghiera. L’effetto è
dato indubbiamente dal singolare ciclo di monocromi realizzati da Niccolò Bambini e dal figlio Giovanni tra il terzo ed il quarto decennio del
XVIII secolo.
Il ciclo si ispira in generale a motivi mariani con particolare riguardo alla gloria dello Scapolare. Vi si ravvisa un tema comune che si
snoda in tutto l’edificio e che richiama i misteri del Rosario e le virtù di Maria intese come modello per i confratelli ed in particolare
le virtù teologali e le virtù cardinali.
In controfacciata è rappresentata l’Annunciazione realizzata secondo uno schema tripartito tipico anche di altre realtà veneziane. Proseguendo
in senso orario troviamo la Circoncisione di Gesù, quindi a seguire le virtù teologali: la Fede (con la croce ed il calice), la Speranza
(con l’ancora), la Carità (con dei bambini in braccio); le tre virtù, poste in corrispondenza delle rampe dello scalone, indicano ai confratelli
la via da seguire.
Dopo l’altare che presenta una pala raffigurante l’Assunzione, opera di Sante Piatti del 1728, il ciclo prosegue con il Riposo in Egitto,
soggetto frequente nella tradizione post-tridentina e desunto dai vangeli apocrifi, infine troviamo l’Assunzione della Vergine,
tema particolarmente caro ai Carmelitani.
Nell’angolo sinistro rispetto all’altare si apre un piccolo, ma raffinatissimo ambiente: la Sacrestia, che conserva l’arredo originale
seicentesco e sulla volta a botte pregevoli stucchi settecenteschi.
Dalle due rampe parallele di scale con volta a botte decorate con elaborati stucchi da Alvise Bossi si accede al mezzanino e da questo,
con un’unica rampa, dove nelle volte sono inseriti tre ovali, dipinti a tempera, raffiguranti ancora una volta le tre virtù teologali,
si sale al primo piano e si accede alla Sala Capitolare.